Il Segreto Geniale delle Piante Autotrofe: non camminano, ma conquistano. Non parlano, ma comunicano. Scopri come si nutrono, respirano, crescono all’infinito e rigenerano ogni parte di sé. Un viaggio nella saggezza verde che sfida le leggi dell’evoluzione e ispira l’autodeterminazione.
IL SEGRETO GENIALE DELLE PIANTE AUTOTROFE
Le Piante non hanno bisogno di muoversi per nutrirsi, perché la nutrizione autotrofa permette di assimilare il necessario per vivere senza mettere in atto spostamenti. Questa forma di adattamento rende le Piante fra gli esseri più evoluti del Pianeta Terra!
L’intelligenza del non muoversi
Prova a pensarci: le Piante con la fotosintesi clorofilliana si creano il cibo da sole, non hanno bisogno di spostarsi e nutrono tutto il Pianeta con ciò che loro scartano dal processo fotosintetico. E’ fantastico, no?! E queste sono solo alcune caratteristiche che rendono il mondo vegetale incredibilmente intelligente ed evoluto!
Le Piante racchiudono in sé la memoria più antica e saggia del Pianeta. Ecco perché è bene conoscerle, osservarle e prendere esempio.
Bisogna però specificare una cosa: in realtà non è vero che le piante “non si muovono”; una pianta nel corso della sua crescita compie dei movimenti lenti, impercettibili all’occhio umano, ma molto significativi dal punto di vista funzionale e fisiologico.
Il movimento silenzioso delle Piante
Una pianta si muove crescendo, cercando la luce solare visibile, cercando appigli e/o appoggi per permetterne una crescita più stabile, e così via. L’aspetto importante è però dovuto alla distribuzione abbastanza omogenea nell’ambiente del nutrimento delle Piante; questo rende inutili gli spostamenti di più ampia portata, come quelli che invece devono compiere gli organismi appartenenti al Regno Animale, compreso l’uomo.


Bosco di alberi secolari
Le Piante, dunque, rimangono quasi immobili e per nutrirsi si limitano a predisporre per l’ingresso dei nutrienti, di metri quadrati di foglie e chilometri di radici; tramite foglie e radici avviene infatti la nutrizione delle Piante, ma la Pianta non insegue l’anidride carbonica; è infatti l’anidride carbonica che arriva alla Pianta spinta da un fenomeno chiamato diffusione.
Nutrizione passiva e maestria radicale
La DIFFUSIONE è un movimento molecolare che procede spontaneamente da zone più affollate (o a più alta densità), a zone meno affollate (o a più bassa densità). Quindi, si è detto che la Pianta si nutre attraverso le foglie e attraverso le radici; ma che cosa avviene in una foglia durante la diffusione?
Il principio della diffusione molecolare
Accade che l’anidride carbonica è presente nella foglia in densità minore durante le ore di piena luce solare, mentre si accumula nella foglia in densità maggiore durante le ore notturne; è necessario tener sempre presente che la densità di molecole di una determinata sostanza all’interno della foglia è sempre da mettere in relazione con la densità di tale sostanza nell’aria esterna alla foglia.
Occorre, insomma, fare sempre un ragionamento di raffronto (situazione interna ai tessuti della foglia e situazione esterna ai tessuti della foglia).
Se le molecole di anidride carbonica sono presenti nelle foglie in densità maggiore (rispetto all’ambiente esterno) durante la notte, significa che in quelle ore il processo di nutrizione rallenta; mentre se le molecole di anidride carbonica sono presenti in densità minore all’interno della foglia, rispetto all’ambiente esterno ad essa, significa che il processo di nutrizione attraverso il fenomeno di diffusione, aumenta durante le ore diurne.
Ciò significa che la Pianta si nutre in prevalenza durante il giorno, mentre si limita a traspirare più lentamente durante le ore notturne.
Le ore del giorno guidano la nutrizione
L’aspetto affascinante di questo processo è che la Pianta non fa assolutamente nulla per “risucchiare” anidride carbonica, perché la diffusione (o scambio gassoso interno/esterno alla foglia) è del tutto spontanea; c’è da aggiungere anche che basta che la Pianta “consumi più anidride carbonica” durante il giorno, e l’anidride carbonica “accorre” per nutrire la pianta. E’ geniale!!!


Epidermide di una latifoglia
Le Piante non sono affatto esseri inattivi: la loro nutrizione passiva è in realtà un esempio straordinario di efficienza e intelligenza evolutiva.
Il rifornimento di anidride carbonica risulta sufficiente solo se c’è una apparato fogliare e radicale abbastanza esteso da poter rifornire tutti i tessuti vivi della pianta e tutte le loro funzioni. Insomma, la superficie attraverso la quale la Pianta si nutre di anidride carbonica, deve essere abbastanza ampia, altrimenti la Pianta muore.
Il principio da tenere presente è il seguente:
la DIFFUSIONE di qualunque tipo di sostanza è tanto più veloce ed efficiente, quanto più ampia è la superficie attraverso la quale le molecole possono diffondere.
Superficie vitale: il criterio dell’efficienza
Ed ecco spiegato il motivo per il quale le piante sviluppano ampie superfici di foglie e di radici; il fine è quello di accelerare e ottimizzare gli scambi molecolari.
Questo scambio attraverso estese superfici avviene anche negli organismi animali, ovviamente; pensiamo all’intestino, ai polmoni, alle branchie nei pesci, ad esempio, ma nel caso del Regno Animale, tali superfici sono nascoste negli organi interni per motivi aerodinamici (dati dalla necessità di movimento), mentre nelle Piante queste si protendono liberamente all’esterno.
Scambi tra regni: ciò che ci accomuna alle Piante
Nel caso del Regno Animale, l’organo esterno che attua uno scambio diretto con l’ambiente circostante è la pelle; in questo assomigliamo alle Piante. Infatti non è un caso che la superficie esterna della foglia è detta epidermide (dal latino epidèrmis = pelle).
In sintesi: in un organismo animale la ricerca del cibo è legata al movimento, mentre in un organismo vegetale questo avviene tramite l’espansione di sempre nuove superfici, sia verso l’atmosfera (tronco, rami e foglie) che verso il terreno (radici).
Spingendosi un po’ oltre nel ragionamento si potrebbe affermare che la crescita delle Piante equivale allo spostamento degli animali.
Una distinzione importante è quella che vede l’aumento costante delle dimensioni di una pianta perenne nel tempo, mentre nell’organismo animale, la crescita avviene solo per il primo periodo di vita e poi si arresta. Una pianta perenne non smette mai di crescere; potenzialmente è eterna e si potrebbe espandere all’infinito, se non intervenissero limiti ambientali.
Accrescimento indefinito: la via dell’immortalità
Si può dire che le Piante hanno davvero trovato il segreto dell’immortalità.


Apparato radicale superficiale
Una crescita che non si arresta entro un tempo definito si dà il nome di ACCRESCIMENTO INDEFINITO.
Un’altra differenza interessante fra Regno Vegetale e Regno animale è data da come vengono gestite le “cellule morte”, ovvero le cellule di scarto dei processi fisiologici; le Piante conservano tutto, anche i tessuti morti, mentre gli animali eliminano costantemente il tessuto che non è più vitale.
L’aumento di massa e di dimensioni di un albero è dovuto quasi interamente all’accumulo di cellule morte nel legno.
Le Piante sono organismi autodeterminati
Che cosa significa che le piante sono organismi autodeterminati? Significa che le Piante hanno compreso bene come rendersi il più autonome possibile in merito alle esigenze vitali, sono esseri autotrofi mica per niente!! Rispetto agli animali che sono costretti ad agire in un modo spesso repentino se si vogliono procurare il cibo (eterotrofismo dei predatori), le Piante si limitano ad espandersi lentamente nello spazio.
Lo scatto fulmineo di un predatore richiede necessariamente una coordinazione rapida e precisa tra organi di senso, muscoli, apparato respiratorio e circolatorio ecc…
Il corpo animale e la dipendenza dai sistemi
Il tutto viene realizzato attraverso il sistema nervoso e il sistema endocrino; il primo trasmette impulsi elettrici velocissimi; il secondo produce messaggi chimici (ormoni) che viaggiano nel sangue molto più lentamente. Ogni ormone viene prodotto da una particolare ghiandola e stimola una ben precisa funzione dell’organismo.
Sistema nervoso e sistema endocrino sono strettamente collegati; l’uno agisce in funzione dell’altro. La maggior parte delle ghiandole endocrine che producono ormoni sono sottoposte al controllo di una ghiandola “direttrice” chiamata IPOFISI, la quale è a sua volta controllata dal SISTEMA NERVOSO CENTRALE.


Prede e predatori si studiano a vicenda
Nelle Piante tutta questa coordinazione fra organi non serve, perché la loro vita autotrofa non esige risposte veloci a stimoli esterni; le Piante conducono vita lenta e ponderata, anche perché non hanno alcuna necessità di scattare per predare (anche se esiste un’eccezione per le piante dette “carnivore”, ma il processo è molto diverso da quello che avviene per gli animali.
Esiste tuttavia un coordinamento ormonale anche nelle Piante, ma è impostato in modo molto diverso rispetto al Regno Animale, perché manca di un controllo centrale. Ogni pianta è responsabile di sé stessa anche in questo e, nel contempo, è collegata con tutte le altre Piante attraverso l’apparato radicale.
Loro hanno un numero di ormoni molto più ridotto rispetto agli organismi animali, ma uno stesso ormone di una pianta influenza lo sviluppo dei tessuti di vari organi e in alcuni casi, anche di TUTTI GLI ORGANI. Non sono ormoni “specializzati” e questo li rende utili in uno specchio di azioni molto più ampio, rispetto agli ormoni di un organismo animale.
Ormoni vegetali e intelligenza diffusa
L’organizzazione vitale di una Pianta assomiglia molto a una “confederazione” con larghe autonomie regionali, anziché uno stato centralizzato. Nella filosofia vitale delle Piante, l’accentramento non esiste; è questo che le rende intelligenti, autodeterminate ed estremamente evolute
L’organizzazione confederale del mondo vegetale
Dalla rigida coordinazione animale, si distingue dunque la larga autonomia delle Piante. Ecco uno dei tanti motivi per conoscerle meglio ed amarle.
La coordinazione fra i vari organi è molto più elastica e lassa che negli organismi animali; proviamo a pensarci… se in un organismo animale si ferma il cuore, o un polmone, le probabilità che quell’organismo muoia è elevatissima, se non certa.
In una Pianta questo non accadrà mai, perché se anche le tagli un ramo, o la privi di una parte dell’apparato radicale, o del suo apparato fogliare, la Pianta riesce a innescare un meccanismo di rigenerazione efficientissimo; la morte è prevista solo se viene privata dei collegamenti fra la parte aerea e la parte radicale in modo drastico e irrimediabile, come il taglio della sezione del tronco.
Rigenerazione: quando la norma è il miracolo
La straordinaria capacità di rigenerazione delle Piante si manifesta nella possibilità di generare un intero organismo a partire da una sola gemma, un semplice rametto o una radice: ogni nuova struttura sarà parte integrante della pianta madre, da cui trae origine e identità.
Siamo abituati a dare per scontati certi fenomeni, ma se li osserviamo con attenzione, comprendiamo quanto siano straordinari: nel Regno Animale la rigenerazione di un arto è considerata impossibile, mentre per le Piante è una norma. Questo ci ricorda quanto il mondo vegetale abbia da insegnarci. La loro organizzazione, libera da vincoli gerarchici, è solo uno dei tanti esempi della loro intelligenza evolutiva.
F.A.Q. Le mie domande
- Come si nutrono le Piante?
Le Piante si nutrono mediante un processo chimico – fisico detto Fotosintesi Clorofilliana.
- Che cos’è la nutrizione autotrofa?
La nutrizione autotrofa è un tipo di nutrizione in cui un organismo è in grado di produrre da solo il proprio cibo, a partire da sostanze inorganiche semplici, come acqua, anidride carbonica e sali minerali, senza dover consumare altri esseri viventi.
- Da dove deriva la parola “autotrofo”?
La parola autotrofa deriva dal greco: “auto” = da sé “trofos” = che nutre
- Quali sono le principali caratteristiche che distinguono un organismo vegetale da una organismo animale?
Le piante sono autonome nella nutrizione, possiedono clorofilla e sono strutturalmente adatte a vivere ancorate al suolo. Gli animali dipendono da altre fonti di cibo, hanno un sistema nervoso, si muovono attivamente e sono più reattivi agli stimoli ambientali.
- Le piante sono davvero immobili?
Le piante non camminano, ma non sono affatto immobili. Si muovono, percepiscono, reagiscono, interagiscono con l’ambiente e persino comunicano, solo in modo diverso da quello animale. La loro immobilità è un’illusione antropocentrica: chi guarda con attenzione scopre un mondo in continuo movimento.
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